Produzioni

CALLIOPE SOUNDS MEMORY

III Studio per una Drammaturgia Sonora

Progetto e musiche di scena eseguite dal vivo Patrizia Mattioli
Voce e azione scenica Loredana Scianna
Tecnica e luci Erika Borella
A cura di L.O.F.T.

Il progetto di drammaturgie sonore, dopo la composizione di “Achille Sounds Memory” e “Penelope Sounds Memory” prosegue e trae ispirazione da “Il Canto di Calliope” di Natalie Haynes. La Haynes è scrittrice, giornalista e classicista britannica, nota per le sue riscritture moderne dei miti greci. Il “Canto di Calliope” è un’opera che sposta il punto di vista: dalla narrazione maschile eroica a una testimonianza femminile, intima e plurale. “Calliope non canta per intrattenere. Canta per ricordare. Canta perchè dimenticare è morire. “Nella Guerra di Troia le donne furono mute per obbligo, altre per scelta, alre ancora parlarono senza essere accolte nella memoria. A loro spetta, questa volta, avere voce. La composizione musicale per questo studio crea un’ode corale di tessiture sintetiche, suoni liquidi, riverberi sospesi nell’aria come nebbia. La voce, incarnata dall’attrice Loredana Scianna, nella tessitura sonora ci rivela la storia delle donne nel tempo della violenza e della guerra.

Musa.

I GIOCATORI
dialoghi in tre atti per tre giocate con finale

ideazione, scrittura e regia Carlo Ferrari
con Carlo Ferrari e Savino Paparella
Tecnica e luci Erika Borella
produzione L.O.F.T. / Progetti&Teatro

Il gioco è un’attività ricreativa, di competizione, caratterizzata da
obiettivi e regole rigorosamente definite. Il gioco è determinato da
un’incertezza iniziale, ma questa incertezza può essere a volte
condizionata dal dialogo, dall’astuzia, dal teatro.
Il sociologo G. Bateson, sostiene che ogni giocatore deve poter
affermare: – questo è un gioco- con la consapevolezza che l’azione
è fittizia e che “meta-comunica” questa sua finzione.
La metacomunicazione, quindi, per Bateson serve per rivelare la
natura del”come se” del gioco, e la sua creazione di un mondo
irreale in cui azioni fittizie simulano azioni reali.
“La vita non è un gioco”, oppure la vita è un gioco, oppure si può
giocare con la vita e poi morire per gioco, o farsi ammazzare dal
gioco. Il teatro è parte di questo gioco fittizio che a volte, intrecciandosi
con la realtà, può rivelarsi fatale. Questa azione teatrale è
determinata dal gioco (carte, scacchi, morra) e dai dialoghi.

PENELOPE SOUNDS MEMORY

II Studio per una drammaturgia Sonora

Progetto e musiche di scena eseguite dal vivo Patrizia Mattioli
Voce e azione scenica Sandra Soncini
Tecnica e Luci Erika Borella
produzione L.O.F.T.

Il progetto di drammaturgie sonore dopo la composizione di “Achille Sounds Memory” prosegue e trae ispirazione da “Il Canto di Penelope” di Margaret Atwood. Penelope, secondo alcune versioni, alla nascita fu gettata in mare dal padre e venne salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la adagiarono sulla spiaggia più vicina. Dopo questo evento, i genitori la ripresero con sé e le diedero il nome di Penelope (che significa “anatra”). Venne data in sposa a Odisseo e si assicurò fama eterna come moglie docile e fedele. Nel testo della Atwood, Penelope, ci espone la storia della propria vita dall’Ade, il regno dei morti. Con ironia e schiettezza ci racconta come, con la complicità delle ancelle, ha custodito la sua dimora sottraendosi al ruolo impostole dall’ordine simbolico patriarcale del tempo. Tesse la tela con la quale inganna e protegge, tradisce e difende: astuta e determinata vive sé stessa.
La drammaturgia sonora per questo studio affronta lo spazio temporale nel suono, nei soundscapes (passaggi sonori) della memoria. L’attrice Sandra Soncini tesse la sua tela, la sua trama “dall’Aldilà”.
Libere oscillazioni sonanti.

Musikè

NON SO STARE

di Elisa Cuppini e Carlo Ferrari
con Elisa Cuppini
tecnica e luci Erika Borella
regia Carlo Ferrari
produzione L.O.F.T.

note di regia

Tutto può succedere in una vita, anche dimenticarsi di poterla vivere bene.
Sentirsi estranea, non presente o più facilmente vulnerabile, crea una condizione: quella del Non So Stare. Tutto può diventare confuso, pesante. Ogni suono può generare timore, inadeguatezza, fatica.
“ Non sono in casa, lasciate un messaggio” Il corpo non risponde, si perde, non si trova.
Un corpo perduto, un corpo che rimbalza, si vuole comporre, vestire, vuole andare, uscire.
“Esco, no è presto. Aspetto” Attendere la memoria del corpo, la memoria che ci può salvare dal – non corpo – che ci possiede. “ Io sono zero, uno zero finito”. Tutto può succedere in una vita.
Arrivare alla fine, prima della fine. “Fuori. Piove.” L’acqua, sorgente della vita, batte forte e genera tensione, nel corpo indeciso del suo momento. Nessuno ascolta e la realtà si modifica in finzione assoluta, del non sapere vivere. Non So Stare, cercare di Stare, ascoltare il Non So, definire lo Stare. “Ripartire da zero”, dopo essere arrivati a zero. Nessuno è protetto nel proprio corpo. Attacco, mi difendo, cado e mi rialzo. Un tuono, ma ho la forza di stare in piedi.
Vacillo…è un momento, forse l’intera vita.
Ancora un istante e tutto riappare e si ricompone. La forza di reagire equivale a uscire. Piove.

genesi di una SOSTA

2020_ Nasce come monologo di una decina di minuti, durante la pandemia, dal titolo SO STARE. È un manifesto, una dichiarazione di resistenza nonostante tutto, un’opportunità scenica per rivelare la difficoltà del “so stare” artistico e soprattutto la fragilità del momento.

2023/24_ L’incontro con Carlo Ferrari è essenziale per ridefinire lo schema drammaturgico che approfondisce e completa le vicende della protagonista femminile. Carlo propone che il titolo cambi in NON SO STARE e la dinamica appare più interessante, più drammatica: nel SO STARE il corpo è fermo, in attesa, mentre la negazione NON, attiva la contraddizione, l’indecisione, il dubbio, la domanda: SO STARE o NON SO STARE? Cos’è che ti fa decidere?
Non So Stare, diventa uno studio di 25 minuti, dove la protagonista femminile, immersa in un mondo surreale, affronta una prova, forse un’audizione, forse un colloquio vitale per un auspicato cambiamento, in cui gli interlocutori sembrano assenti, mancanti, silenziosi.
Se nessuno risponde alle nostre domande si può comunque procedere?

2024/2025_ Non So Stare si completa in una struttura di 50 minuti, dove possiamo seguire la protagonista durante un suo ipotetico passaggio dalla casa/dimora ad uno spazio fuori/esterno, sino alla prova per cui si è preparata e che mai farà: “Giorni Felici” di Beckett.
Qui è diventato necessario uno schema scenografico che,  attraverso neon luminosi, definisse in maniera semplice ma efficace l’entrare e l’uscire dagli spazi, soglie, corridoi, passaggi per far apparire un movimento di tempo e luogo che forse è solo nella mente della protagonista.
In un momento epocale in cui i dubbi vengono indossati quotidianamente, in cui le cadute sono frequenti ma i calli attutiscono il dolore, in cui le voci sono troppe e tutte insieme nelle nostre orecchie, non si vive più, si sopravvive. In fondo si cerca solo di che vivere ancora una volta, di che resistere appena un istante…Vero o finto? Qual è il tempo che scorre in Non So Stare?

Fuori piove.

MONDO PINOCCHIO

a cura di L.O.F.T.
con Elisa Cuppini, Carlo Ferrari, Francesca Grisenti, Patrizia Mattioli, Savino Paparella, Sandra Soncini, Franca Tragni
e la partecipazione di Matteo Ferzini, Giovanni Loreti e Lorenzo Malpeli.
Tecnica: Erika Borella

Un percorso di teatralità itinerante, d’incontro, con alcuni personaggi del capolavoro di Collodi
Un efficace veicolo di comunicazione e un mezzo straordinario per riflettere sulle
tante tematiche trattate nell’opera, mettendole altresì in relazione con il tempo in
cui viviamo.
Tra i temi prescelti anche quello delicato della morte: la figura Morte, insieme ai
suoi figliocci, farà da guida simbolica ed accompagnerà gli spettatori ad incontrare
personaggi leggendari come Mangiafuoco, la Lumaca, i Dottori, il Grillo Parlante,
Lucignolo, i Burattini. Ognuno di loro sarà chiamato a parlare di Pinocchio, a
raccontare del momento in cui l’hanno conosciuto, riservandosi così un ruolo
chiave, e forse poco tramandato, nell’avanzare della storia che tutti conosciamo.
La figura della Morte è nata in quanto già presente nel libro, ovvero evocata, ma
alla fine mai praticata dalla penna dell’autore. Proprio per questo, perché
apparentemente bistrattata nelle pagine di Collodi, gli artisti di L.O.F.T.
cercheranno di considerarla nel racconto teatrale, per ricordare anche al pubblico
che questa presenza ingombrante, così rifuggita, non si può in realtà separare dalla
vita stessa. Alla morte, in fondo, sarebbe anche piaciuto portarsi via quel burattino
di legno, ma dove trovare un’occasione per la rivincita? Forse proprio attraverso la
complicità con il pubblico e la presenza dei suoi figliocci, con quello spirito di
avventura e sfida che da sempre accompagna la storia di Pinocchio.

ACHILLE SOUNDS MEMORY

I Studio per una Drammaturgia Sonora

Progetto e musiche di scena eseguite dal vivo da Patrizia Mattioli
Voce e azione scenica Filippo Arganini
Produzione L.O.F.T

L’Iliade è la celebrazione della guerra.
Achille è un monumento immortale di esperienza umana e di dolorosa grandezza. Ha una vita breve, una sorte prevista. Omero lo descrive come l’eroe per eccellenza ma che oltrepassa i limiti dei suoi doveri, delle norme, delle gerarchie e soprattutto della guerra. “Achille Sounds Memory” trae ispirazione dall’opera letteraria di due donne: “La canzone di Achille “ di Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica e “Memorial” di Alice Oswald, una poesia sorta dal massacro, che ascolta le voci dei guerrieri. Questo mio I Studio sulla drammaturgia sonora nasce dall’esigenza di mettere in campo la “composizione concreta”, ossia non solo suoni emessi dagli strumenti tradizionali o analogici, ma “tramare i suoni“ degli eroi tragici.

LE TRE SORELLE

di Matteo Bacchini
liberamente ispirato a Tre sorelle di Anton Čechov

diretto ed interpretato da Elisa Cuppini, Sandra Soncini e Franca Tragni
musiche di scena Patrizia Mattioli
consulenza artistica Savino Paparella
tecnica e luci Erika Borella, Donatello Galloni
produzione L.O.F.T. / Progetti&Teatro
fotografie di Anna Campanini

Le tre sorelle sono tre satelliti intorno a un pianeta spento.
Sono tre attrici che attraversano un ponte sul vuoto. Sono tre personaggi con il loro punto di vista sulla vita, ma senza una vita. E allora bisogna mettersi in cammino. Cominciare il viaggio. Pronte?
No. Non lo saranno mai. La Russia è troppo grande da attraversare, soprattutto adesso che la Russia non c’è più.
Le tre sorelle sono tre satelliti intorno a un pianeta che non c’è più. La Russia dello zar e dei suoi elefanti, la Russia della casa nel bosco, la Russia di quando eravano ragazze e speravano che… cos’è che speravano? Le tre sorelle sono tre attrici che attraversano un ponte sul vuoto: e il precipizio è Cechov, quell’opera immensa in cui succede che… cos’è che succede? Le tre sorelle
sono tre personaggi con il loro punto di vista sulla vita, ma senza una vita. E allora bisogna mettersi in cammino. Cominciare il viaggio….
Pronte? No, mai. Non lo saremo.

CIRCE NON E’ PIU’

di e con Franca Tragni
con la partecipazione di Mattia Molini e Sabino Barbieri (Artemis Danza)
adattamento drammaturgico e regia Carlo Ferrari
musiche originali composte ed eseguite dal  vivo da Patrizia Mattioli
tecnica e luci Erika Borella

produzione Progetti&Teatro/L.O.F.T

Sazia di vita, Circe dai riccioli belli, Circe delle trasformazioni e degli incantamenti, ha rinunciato all’immortalità. Ormai stanca, vive di ricordi e di suoni. Realtà e fantasia si fondono. Il tempo non ha scalfito il suo spirito.
Desidera perciò raccontare la sua versione dei fatti, di come sono andate veramente le cose quel giorno, sull’isola…

Riscrittura non convenzionale della figura mitica, da cui emergerà un punto di vista femminile di contro a un certo “maschilismo editoriale” a cui siamo abituati. La Circe omerica ha sollecitato nei secoli numerose interpretazioni, molte delle quali hanno voluto leggere nel mito un avvertimento contro le malevoli arti della seduzione femminile.

Anche in passato erano comparse le prime riscritture in cui Circe
non è affatto una maliarda dominatrice di maschi, ma saranno le scrittrici contemporanee a riscattare Circe dalle calunnie della propaganda maschile.

QUESTA E’ LA MIA VITA

Tratto da “Gentilissimo sig. Dottore,  questa è la mia vita” di Adalgisa Conti
con Sandra Soncini
regia Carlo Ferrari
musiche di scena Patrizia Mattioli
tecnica e luci Erika Borella

produzione Progetti&Teatro/L.O.F.T

Adalgisa Conti aveva 27 anni, si era sposata tre anni prima ed era considerata intelligente ed estrosa.
Il ricovero coatto in manicomio era avvenuto perché  “affetta da delirio di persecuzione con tendenza al suicidio”. Nella sua cartella clinica ci sono diverse lettere che rivelano, più di qualsiasi altro documento, quale delitto sia stato consumato sulla mente e sul corpo di questa donna, dotata di qualità non comuni.
Questa è la mia vita vuole dare testimonianza del suo vissuto di ragazza, donna e moglie, restituendole quella dignità e quell’amore che avrebbe meritato.

Spettacolo vincitore del secondo premio Museo Cervi – Teatro della memoria – Festival di Resistenza 2022

LOFT teatro parma

8 NOTE 1/2

Concerto teatrale dedicato a Fellini
di Patrizia Mattioli e L.O.F.T. Orchestra
con la partecipazione straordinaria di Lara Quaglia, acrobata circense
produzione L.O.F.T.

La musica e gli interventi degli artisti di L.O.F.T. a ricordare personaggi e atmosfere felliniane.
Un omaggio ai 100 anni dalla nascita di Federico Fellini.

LOFT 8 NOTE 1/2
CV COMPAGNIA
YOUTUBE